venerdì 14 ottobre 2011

(FOTO): Tamara Pisnoli (ex De Rossi) show in discoteca

Tamara PisnoliTamara Pisnoli, ex di De Rossi, ha dato spettacolo ieri sera in discoteca. Sexy e alterata dall'alcool, ha flirtato in pubblico. Le foto.

(FOTO) Striscione tifosi Roma contro Olimpia

Lo striscione realizzato dai tifosi della Roma contro l'aquila Olimpia.

Reja attacca Totti: "Comico? I suoi spot fanno piangere"

ROMA - Siamo già in clima Lazio-Roma. Secondo fonti provenienti da Formello, quartier generale della Lazio, Reja avrebbe commentato così le dichiarazioni rilasciate da Totti in conferenza stampa: "Comico? I suoi spot fanno piangere".
Reja è da sempre un uomo burbero. Ripercorriamo la sua lunga carriera per capire meglio il suo carattere. A partire dal 1979 iniziò una lunga carriera di allenatore che lo portò alla guida di numerose squadre di serie minori nel corso degli anni ottanta, fino ad arrivare in Serie B alla guida del Pescara nella stagione 1989-1990, subentrando all'esonerato Ilario Castagner, dopo esser stato per due anni allenatore della squadra Primavera del club abruzzese.
Ha ottenuto ben quattro promozioni in Serie A: la prima con il Brescia nel 1997, la seconda con il Vicenza nel 2000, la terza alla guida del Cagliari nel 2004 e la quarta con il Napoli nel 2007. Nella stagione 1991-1992 sfiora con il Cosenza la promozione nella massima serie, svanita solo nell'ultima giornata di campionato allo Stadio "Via del Mare" di Lecce; difatti Reja ha ottenuto i primi successi proprio con la formazione calabrese, con la quale ha conquistato la permanenza in Serie B nello spareggio vinto contro la Salernitana e nella stagione successiva ha mancato la promozione nella massima serie per un solo punto in classifica. I calciatori più utilizzati dal tecnico goriziano furono Oberdan Biagioni, Luigi De Rosae Luigi Marulla. Anche nell'annata 1997-1998, quando subentrò alla coppia Souness-Camolese sulla panchina del Torino, Reja andò vicino alla promozione in Serie A: i granata furono sconfitti ai calci di rigore dal Perugia nella gara di spareggio allo Stadio Giglio di Reggio Emilia.

Il 10 febbraio 2010, a seguito dell'esonero di Davide Ballardini, diventa allenatore della Lazio, rescindendo consensualmente il contratto con l'Hajduk Spalato.

Esordisce sulla panchina dei biancocelesti nella partita contro il Parma, vinta per 2-0 grazie alle reti di Guglielmo Stendardo e Mauro Zárate, facendo ritrovare il successo alla squadra capitolina dopo un lungo periodo. Dopo una lunga rincorsa verso la salvezza, conquistata solo alla penultima giornata battendo in trasferta il Livorno per 2-1, la Lazio chiude il campionato vincendo allo Stadio Olimpico contro l'Udinese per 3-1, attestandosi così al dodicesimo posto finale.

Alla sua seconda stagione, all'inizio in campionato la Lazio perde all'esordio in casa della Sampdoria per 2-0, per poi inanellare una serie di risultati positivi a partire dal turno successivo, il primo allo Stadio Olimpico, in cui batte per 3-1 il Bologna. Complice il pareggio tra Inter e Juventus, la Lazio raggiunge il primato solitario alla sesta giornata, confermandolo al settimo turno battendo il Bari e all'ottavo battendo il Cagliari in casa. Prosegue con una vittoria in casa del Palermo. In queste circostanze Reja ottiene per la Lazio anche il record di punti (22) dopo 9 giornate che non era riuscito neanche nelle due "stagioni-scudetto" della formazione romana. Il rapporto che si crea man mano con la tifoseria è talvolta di contrasto per alcune scelte tecniche. I risultati ottenuti dalla squadra, comunque, spingono molte famiglie biancocelesti a sostenerlo nel finale di campionato.

La situazione cambia all'inizio della stagione 2011-2012; dopo la sconfitta per 2-1 in casa contro il Genoa subita il 18 settembre 2011, infatti, l'ambiente laziale inizia a contestarlo ed il presidente Claudio Lotito, nella giornata successiva, dichiara di aver respinto le dimissioni del tecnico friulano da allenatore della Lazio, confermandolo al timone della squadra capitolina.

mercoledì 12 ottobre 2011

Domani parla Totti: a Trigoria tremano in molti


A 4 giorni dal derby, la Romasi ritrova al Centro SportivoFulvio Bernardini per preparare la stracittadina di domenica 16 ottobre. Torneranno al lavoro De Rossi, Osvaldo, Kjaer e Pjanic, di rientro dagli impegni con le rispettive nazionali, mentre il capitanoFrancesco Totti proseguirà la riabilitazione dall'infortunio accusato nell'ultimo match di campionato contro l'Atalanta
LIVE - AGGIORNA
 17.50 Termina l'allenamento, rientrano negli spogliatoi tutti i giocatori tranne Lobont Cassetti, che hanno lasciato il campo anzitempo per un leggero affaticamento muscolare. Sul campo di gioco resta il solo Stekelenburg, che prova per alcuni minuti i rinvii dal fondo. Domani ritorno alla consueta tenuta mattutina: tutti nel campo del Bernardini alle 10.30
17.35 I portieri si uniscono ai tre schieramenti
17.15 I tre schieramenti lavorano sulla circolazione palla, con due squadre a turno che partecipano alla manovra. Si fa sentire Luis Enrique: il tecnico chiede a gran voce di alzare il ritmo e pochi tocchi ai suoi giocatori. Intanto Stekelenburg svolge esercizi specifici con il preparatore dei portieri Franco Tancredi
17.00 Il gruppo viene diviso in 3 schieramenti per una mini partitella a metà campo. Intanto De Rossi, Pjanic e Kjaer svolgono lavoro defaticante.  Queste le composizioni delle squadre:

Verdi: Heinze, Cicinho, Gago, Osvaldo, Okaka,

Rossi:
 Cassetti, Jose Angel, Rosi, Greco, Pizarro, Lamela

Gialli: 
Simplicio, Perrotta, Borini, Bojan, Borriello
16.40 Dopo la fase di tecnica individuale, iniziano le prove sugli schemi offensivi.  Si affrontano due schieramenti, difesa e attacco. Cicinho, Juan, Heinze e Taddei compongono la linea difensiva, mentre in attacco giocano Osvaldo, Lamela, Simplicio, Perrotta, Borini, Bojan e Gago. In porta si alternano a rotazione Stekelenburg, Lobont e Curci
16.20 Terminato il riscaldamento, la squadra inizia la seduta con il consueto esercizio del torello. Nel frattempo i portieri Stekelenburg, Lobont e Curci lavorano dall’altra parte del campo C agli ordini diFranco Tancredi. All'esterno del Bernardini presenti una trentina di tifosi, che intonano cori all'indirizzo del capitano Francesco Totti e Erik Lamela
16.14 La squadra entra in campo per il riscaldamento. Sono rientrati tutti i nazionali tranne Burdisso, che rientrerà nella capitale domani. Assente anche Totti

Grandissimo miracolo di Stekelenburg in allenamento

Derby, Stekelenburg c'èL'olandese non ha paura

Derby, Stekelenburg c'è
L'olandese non ha paura

Le foto delle parate del portiere giallorosso che probabilmente tornerà

De Rossi: "La Roma mi vende e con i soldi risparmiati compra un campione"


"Cassano smette? Magari, così smetto di sopportarlo in nazionale, qui mi ha distrutto le orecchie". Daniele De Rossi, intervistato da RaiSport, scherza sull'annuncio dei propositi di ritiro (fra tre anni) espressi dal suo ex compagno nella Roma. "Battute a parte - dice ancora De Rossi -, c'è stress ma io ho sempre avuto tanta voglia di venire qui. Mi fa piacere giocare e disputare 90 minuti. Non ho mai pensato a risparmiarmi. Giocare in nazionale, è un privilegio. Certo a volte un pizzico d'invidia per quei colleghi di club che si riposano per due o tre giorni c'è, però la nazionale è un onore".
IL FUTURO - Sull'Europeo che verrà De Rossi dice che "siamo in seconda fila dopo Spagna, Germania e Olanda, poi ci sono anche Polonia e Ucraina, paesi ospitanti, che sono insidiosi. Nel Mondiale però c'è capitato un girone semplice e siamo arrivati ultimi". Inevitabile la domanda sul derby di domenica prossima. "Questa partita la sento, e ci tengo molto - risponde il romanista -. Sono fortunato perchè gli ultimi li ho sempre vinti. A 21-22 anni il derby lo vivevo male e non facevo buone partite, ora la tendenza è cambiata e ho grande tranquillità". È peggiore l'eventuale assenza di Totti nella Roma o quella di Klose nella Lazio? "Klose è un attaccante che stimo molto - risponde De Rossi - ma la storia dice che se una squadra come la Roma perde Totti è una brutta batosta". Come va la vicenda del rinnovo del contratto? "Io penso che sia più importante il futuro della Roma che il mio - sottolinea De Rossi -. A prescindere dal mio contratto il club giallorosso sta creando qualcosa di importante. Se non rinnovo io risparmiano bei soldi e prendono altri calciatori importanti, forti come me. Il mio rinnovo non deve essere un assillo".
(corsport.it)
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Nell'edizione oggi in edicola del Corriere dello Sport ecco altre battute del numero 16 giallorosso a fine match:  «Il derby? Lo aspetto con grande tranquillità. Dite che non ci sarà Totti? Io le responsabilità che mi prendo sono le stesse, con o senza Francesco, ma non sono sicuro che non ci sia, la storia ci ha insegnato che spesso ci sono grosse sorprese fino all’ultimo. Vi ricordo che contro l’Arsenal ha giocato da zoppo e con le punture: se c’è una partita in cui lui può fare qualcosa di più è il der­by. La fascia di capitano? Non ho la fissa della fascia, nè con la Roma, nè con la Nazionale, sono due cose che probabilmente un domani mi toccheranno, ma non è un assillo. A volte vado a controllare le presen­ze, poco tempo fa ho superato Di Bartolomei e mi è sembrato quasi un oltraggio, (...)»

martedì 11 ottobre 2011

TOTTI SALTA DERBY LAZIO-ROMA

Roma, Totti non recupera. Salta il derby con la Lazio

Roma, Totti non recupera
Salta il derby con la Lazio

Soffre per la lesione alla coscia destra: un controllo ecografico è previsto la prossima settimana.

Quanto ca..o segnano gli azzurrini della Roma

Amato Ciciretti e Valerio Verre in gol nell'Under 19. Ottime notizie per Luis Enrique.

Ricchissimi cinesi vogliono comprare la Roma e portare Cristiano Ronaldo e Messi

(Il Tempo - A. Austini) - Un’idea affascinante: americani e cinesi insieme alla guida della Roma. Un’idea, appunto, che rischia di rimanere tale.

I fatti: un’importante società cinese che opera nel settore del turismo e collegata ai fondi statali (ma diversa dal gruppo interessato all’acquisto del club la scorsa estate), si è interessata alla quota del club in vendita attualmente in mano a Unicredit che, secondo gli accordi, dovrà scendere rispetto al 40% detenuto nella controllante Neep. Il contatto c’è stato direttamente con il vice-direttore generale della banca Paolo Fiorentino, ma è tutto da vedere se avrà un seguito. I patti parasociali prevedono infatti che entro marzo 2012 Unicredit possa vedere una quota fino al 35% a un partner italiano strategico, bypassando il diritto di prelazione di DiBenedetto & soci. Italiano, appunto: se il gruppo asiatico in questione rispondesse ai requisiti di reputazione e affidabilità prestabiliti, gli americani dovrebbero quindi dare il loro assenso. In linea teorica, il mercato cinese è la meta perfetta per espandere il business della Roma e per questo dal fronte DiBenedetto non emerge un «no a priori». L’ipotesi cinese conferma la difficoltà incontrata dalla banca nel reperire un potenziale socio italiano. Da aprile in poi gli americani, sempre secondo i patti, potrebbero decidere di acquistare per conto proprio il 20% e salire così all’80% nel controllo della Roma.
(Il Tempo - A. Austini) - Un’idea affascinante: americani e cinesi insieme alla guida della Roma. Un’idea, appunto, che rischia di rimanere tale.

I fatti: un’importante società cinese che opera nel settore del turismo e collegata ai fondi statali (ma diversa dal gruppo interessato all’acquisto del club la scorsa estate), si è interessata alla quota del club in vendita attualmente in mano a Unicredit che, secondo gli accordi, dovrà scendere rispetto al 40% detenuto nella controllante Neep. Il contatto c’è stato direttamente con il vice-direttore generale della banca Paolo Fiorentino, ma è tutto da vedere se avrà un seguito. I patti parasociali prevedono infatti che entro marzo 2012 Unicredit possa vedere una quota fino al 35% a un partner italiano strategico, bypassando il diritto di prelazione di DiBenedetto & soci. Italiano, appunto: se il gruppo asiatico in questione rispondesse ai requisiti di reputazione e affidabilità prestabiliti, gli americani dovrebbero quindi dare il loro assenso. In linea teorica, il mercato cinese è la meta perfetta per espandere il business della Roma e per questo dal fronte DiBenedetto non emerge un «no a priori». L’ipotesi cinese conferma la difficoltà incontrata dalla banca nel reperire un potenziale socio italiano. Da aprile in poi gli americani, sempre secondo i patti, potrebbero decidere di acquistare per conto proprio il 20% e salire così all’80% nel controllo della Roma.


Lazio-Roma: La foto dei Defender ospiti a Te la do io Tokyo

Il gruppo dei Defender, nuovo duo rap che ha conquistato la Capitale con l'inedito brano Sesto Senso (Clicca qui per scaricare la canzone) è stato ospite nei nostri studi durante la puntata di Te la do io Tokyo (Centro Suono Sport - 101.500 Roma) di oggi 6 ottobre 2011.
Pubblichiamo una delle rarissime immagini del gruppo 'che spacca' (se la vuoi a risoluzione maggiore basta cliccare sulla foto).

 

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lunedì 10 ottobre 2011

Delio Rossi: "Vedo il derby in Curva Nord e poi vengo ad allenare la Roma"

ROMA - Signor Delio Rossi, nell’inedito e, probabilmente, temporaneo ruo­lo di spettatore, che idea si è fatto del campionato che riaprirà i bat­tenti il prossimo fine settimana? «Sono ancora tutte lì, tutte raccolte in un fazzoletto di punti. Il meglio deve ancora venire. Alcune squadre, poi, mi hanno dato l’impressione di essere ancora lontane dalla condi­zione migliore».

Ne vede anche qualcuna che, al contrario, corre già a un buon nu­mero di giri?
«Domenica scorsa ho vi­sto la Juve: in campo bella compatta. E il Napoli ha fatto un gran debutto so­prattutto in Champions».

Cos’è che l’ha convinta nella Juve?
« L’ho vista corta, aggres­siva e veloce: chi punta allo scudetto que­st’anno dovrà fare i conti con la Juven­tus ».

E il Napoli?
«In grande condizione. Mi ha molto impressionato per il modo in cui è “entrato” in Champions, in un giro­ne molto complicato. Il difficile vie­ne ora: la squadra di Mazzarri do­vrà confrontarsi con squadre che so­no più abituate a questo tipo di com­petizioni ».

Lei ne sa qualcosa visto che con la Lazio si ritrovò a dover fare i conti con il Real Madrid. Se la sentirebbe di dare qualche consiglio al suo col­lega Mazzarri?
«Ripeto, qui hai a che fare con squa­dre abituate a lottare su più fronti, con “rose” ricche. La gestione di più obiettivi contemporaneamente non è semplice: non puoi pensare di im­piegare sempre gli stessi giocatori, devi provare a fare il turn over. Ma poi può capitare che i titolari, quel­li inamovibili, avendo dopo pochi giorni l’appuntamento europeo, tiri­no indietro la gamba nella partita di campionato perché pensano che la Champions sia più importante».

Che derby sarà?

«Non credo che sarà una partita tat­tica. Sono convinto che le due squa­dre giocheranno per superarsi».

Rispetto a questa partita, chi è più avanti?
«La Lazio è più avanti, più collauda­ta: ha confermato l’allenatore e sono stati fatti gli innesti che Reja ha chiesto. Il futuro, però, è della Ro­ma»

Leggi l'intervista completa nell'edizione odierna del Corriere dello Sport-Stadio

domenica 9 ottobre 2011

La Lega di Bossi risponde duramente ad Osvaldo con Cavallotto


«Non ce l'ho con Osvaldo. Lui ha diritto a rispondere alla convocazione di Prandelli e ha diritto di sentirsi italiano così come ognuno di noi ha diritto a sentirsi italiano, padano o altro. Dico solo che la nazionale dovrebbe investire nei nostri giovani talenti». È quanto afferma Davide Cavallotto
, il deputato della Lega Nord che aveva criticato la chiamata in maglia azzurra del calciatore romanista, ed in precedenza anche quella dell'interista Thiago Motta. Cavallotto, torinese, responsabile piemontese dei «Giovani Padani», alla Camera è componente della commissione cultura e sport. «Se il progetto del dopo-Lippi era di incentivare i vivai e di far crescere i giovani - ribadisce - allora mi aspetterei che la nazionale desse spazio ai giovani nati qui. Del resto è esattamente quello che di solito si chiede alle aziende italiane: investire in Italia e nei giovani italiani». Il deputato, che calcisticamente è di fede torinista, osserva che la convocazione di Ogbonna in azzurro «è un esempio» di quello che si dovrebbe fare.

Derby: Roma-Lazio 11-4




La settimana del derby comincia nel pieno rispetto della storia: i Giovanissimi Regionali battono la Lazio 8-2, gli Allievi 3-2.

L'ultima sparata di Fabio Cannavaro su Totti

Intervistato dal programma Deejay Football Club, l'ex capitano della Nazionale Campione del Mondo ha parlato di un suo grande rimpianto.

Osvaldo insulta la Lega di Bossi: "Più italiano io di tutti loro messi insieme"


«Le critiche di qualche politico verso la mia convocazione in nazionale? Da quello che so anche qualche giocatore italiano del sud viene criticato, e comunque io sono più italiano di chi ha polemizzato perchè vesto la maglia azzurra». CosìPablo Daniel Osvaldo, ultimo oriundo convocato dal ct Cesare Prandelli, ha risposto alle polemiche di alcuni leghisti alla sua convocazione in nazionale. Osvaldo sull'inno ha detto«già cantato con l'Under 21, farà piacere a tutti».
«Spero di non essere una meteora per la nazionale, se Prandelli mi ha chiamato vuol dire che ha fiducia in me, non credo che sia stata una scelta a caso». Lo ha detto Pablo Daniel Osvaldo, il giovane attaccante italo-argentino, chiamato dal Ct Prandelli qualche giorno fa, candidato a debuttare martedì a Pescara contro l'Irlanda del Nord. «È vero che ci sono tanti attaccanti infortunati, e c'è stata un'emergenza- ha continuato Osvaldo - però Prandelli mi ha chiamato e io lo vissuto come un bel segnale. Ancora non ci credo, per me è un sogno, sono felice».

sabato 8 ottobre 2011

Sabatini: "Forza Lazio, la mia fede è incrollabile" (Foto)


E’ stato direttore sportivo dei biancocelesti, ora lavora per i giallorossi: è il suo derby e ne svela i segreti
Mancano otto giorni al derby. Qual è il primo pensiero del ds Sabatini?
«Una leggera inquietudine, non è un pensiero ma un sentimento. Perché definirla partita normale mi sembra improprio. Non lo è anche se con la Lazio mi sono già incrociato diverse volte con il Palermo. Ho perso e vinto, una certa abitudine ce l’ho, ma il derby è una circostanza diversa».
E’ toccato dal punto di vista personale?
«Sì, mi tocca. Dovrei considerarla una partita da tre punti. Quando ci avvicineremo all’evento, non guarderò la classifica: sarò totalmente risucchiato dai sentimenti».
Si sente romanista o non si è mai sentito laziale?
«Io sono stato laziale, sono stato laziale e direi anche con fede incrollabile in quel momento storico della mia vita. E’ un passato che non rinnego, non l’ho fatto quando mi sono presentato ai romanisti, non lo faccio alla vigilia della partita, anche se la Roma per me è una questione chimica. Non è stato difficile riaccendere una scintilla perché, se pur male, nella Roma ci avevo giocato, quindi è stata una sorta di immediatezza rituffarmi in quell’universo. Per la verità l’universo romanista lo devo ancora decifrare compiutamente».
Cosa deve decifrare?
«L’universo Roma è ricco, variegato, imperscrutabile. E’ pregno di sentimenti, di opinioni, di ansia, di arroganza, di generosità, di ironia, di prosopopea. Bisogna entrarci dentro, capire tutto è la mia priorità».
Quali differenze ci sono tra l’ambiente della Roma e quello della Lazio?
«Sono due momenti storici diversi della mia vita. La Lazio era una situazione collinare, dico collinare perché l’eco della città arrivava attutita. In quel momento della mia vita agivo con le stesse funzioni, ma quasi completamente in penombra».
Perché ha chiesto a Di Benedetto se avesse capito cos’è il derby?
«Il derby lo capisce solo chi lo vive, non basta un racconto. Era una segnalazione, si andava a tuffare in un’emozione smisurata. Ho voluto avvertirlo, mi pare abbia capito. Ha capito qual è il sentimento popolare anche se di Roma devo dire, ed è bene che tutti lo sappiano, romanisti e laziali, si apprezza il senso dell’ironia. Non ha eguali in Italia».
Come arriva la Roma al derby? E la sente già sua?
«Ci arriva con una moderata tranquillità perché negli ultimi giorni alcune cose si sono aggiustate, altre si dovranno aggiustare per poter essere competitivi. La Roma la sento già fortemente mia, la sento fortemente di un gruppo di persone che sta mettendo energie, forze, idee dentro questo progetto».
A luglio parlò del calcio arrogante di Luis Enrique. Sul campo lo vede?
«Sto vedendo alcuni bagliori di quel tipo di calcio, Luis lo sa. Ieri mattina mi diceva che si sente ancora neanche a metà del cammino».
Dove arriverà a fine cammino?
«La fine del cammino non significa necessariamente vincere le partite, anche se tutti vogliamo vincere. Ci arriverà quando avrà costruito un’idea solida, forte di calcio, che potrà essere interpretata dagli attuali e dai futuri calciatori della Roma».
Può un calcio nuovo pagare in una partita come il derby?
«Quella di Luis Enrique non voglio definirla un’idea nuova, ma solo un’idea del calcio. Il calcio è capiente di idee, fatti e misfatti. Non c’è niente di nuovo in quello che stiamo facendo, ma solo qualcosa di preciso. Ovvero la voglia di interpretare la partita, di cercare sempre di costruirla attraverso le nostre qualità e un canovaccio condiviso da tutti i calciatori in uguali proporzioni. E facendo riferimento anche alla fatica. Se questo calcio sarà ferocemente applicato pagherà nel derby come in altre partite a prescindere dal risultato. Se fossimo stati legati al risultato, a Roma già sarebbero successi gli sconquassi, invece abbiamo tenuto secondaria l’esigenza di vincere rispetto all’affermarsi di un modo di essere e di interpretare il calcio. Poi è chiaro che ci aspettiamo di vincere le partite. Anche parecchie partite».
Di Benedetto ha parlato di Champions in tre anni. Non è troppo tempo?
«No. Di Benedetto fa coincidere i tempi sportivi con il consolidamento delle imprese societarie, le operazioni che lui e il suo gruppo hanno in mente di proporre e produrre per la Roma. Ci vedo un sano e concreto realismo».
Qual è l’obiettivo sportivo della Roma quest’anno?
«L’obiettivo sportivo non coincide con esigenze di classifica. Quest’anno dobbiamo costruire un modo di essere, che sia solido e che costituisca il denominatore comune a tutti i calciatori. Poi siamo coscienti che la retorica, nel calcio e anche nella vita, non deve essere prevalente sul pragmatismo che serve per affermarsi».
Dieci acquisti la Roma, sette la Lazio. Chi ha operato meglio?
«La Lazio ha operato benissimo. Ha fatto delle scelte mirate e volendo puntare ad un risultato immediato, non voglio dire oggi ma per produrre risultati importanti nel giro di questa e della prossima stagione. La Roma ha cercato di integrare con un gruppo di giovani lo zoccolo duro altamente competitivo che già possedeva. Da questa sintesi tra nuovi e vecchi speriamo si produca un risultato accettabile nel presente e un grande risultato a breve termine».
Un grande risultato significa scudetto?
«Intendo un grande risultato, non voglio parlare di scudetto. Starà ai tifosi stabilire quale potrà essere un grande risultato».
La Roma ha scelto una linea giovane, la Lazio giocatori più esperti. La differenza l’hanno fatta le idee di Sabatini?
«Sono stato scelto da Di Benedetto e Baldini per quello che ho potuto esprimere nel corso della mia attività e quindi era quasi normale la direzione che avrebbe preso il mercato della Roma. La Lazio ha fatto scelte importanti. A vederli oggi Klose e Cisse, due calciatori anagraficamente non giovanissimi, sembrano due ragazzini. Hanno freschezza, voglia di fare, sono propositivi: mi stanno impressionando. Anche gli altri giocatori che sono andati a prendere sono di rendimento e molto affidabili. L’unica scommessa è Lulic».
Che ne pensa di Lulic?
«E’ contraddittorio. Tutto e il contrario, ma quando fa il tutto è impressionante in senso positivo».
Nel derby teme di più Klose, Hernanes o Cisse?
«Dovrei rendere organico un discorso per tutti e tre i giocatori che si integrano a meraviglia. Tutti e tre insieme sono portatori di tutte le soluzioni tecnico-tattiche dello scibile calcistico. Uno può agire di potenza, l’altro con opportunismo e c’è la tecnica. Il calcio è ampiamente rappresentato in tutte le sue forme, quindi mi fanno notevolmente paura».
Reja è l’allenatore giusto per la Lazio?
«E’ stato sicuramente l’allenatore giusto per la Lazio. Se potrà essere l’allenatore giusto di questa Lazio dipenderà dalla sua fortuna, non certo dalle sue qualità, che sono conosciute».
E’ contento sia in arrivo Baldini?
«Assolutamente sì. Sono già tornato nel mio cono d’ombra e sto facendo una deroga con questa intervista. Baldini sarà portatore di cultura e mentalità. Poi sarà l’interfaccia di tutte le componenti, non solamente calcistiche, che caratterizzano l’attività di questa società insieme a Fenucci».
Qual è l’operazione da ds della Lazio che ricorda con maggiore orgoglio?
«Ce ne sono tante. Vedendo il suo livello di rendimento, di Stefano Mauri sono orgogliosissimo, mi dà gioia: a distanza di tanti anni, oggi rappresenta ancora un valore aggiunto. Potrei dire lo stesso di Rocchi e Ledesma. Era stata la prima ondata di Lotito. Mi inorgoglisce Diakitè, perché quando entra è quasi sempre all’altezza della situazione, è giovane, ha margini di miglioramento importanti, è costato pochissimo. Potrei dire Kolarov visti gli esiti sportivi e commerciali che ha avuto in carriera. In generale conservo un ricordo professionalmente appagante della Lazio. Abbiamo, non dico ho perché altrimenti Lotito si indispettisce, in un’altra epoca e con altre esigenze, centrato risultati importanti. Il primo anno con Rossi l’Uefa, nel secondo la Champions nonostante la penalizzazione, attigendo a un altro mercato, quello dei parametri zeri, dei prestiti, del tetto salariale a 500 mila euro. Accetto le critiche dei contestatori, ma sarebbe meglio rivisitare la storia della Lazio».
I contestatori le rimproverano gli acquisti di Carrizo e Makinwa.
«Parlo di Carrizo. E’ un ottimo portiere, il suo acquisto fu figlio di un’ipnosi collettiva. Mi assumo la responsabilità di quello che ho fatto. Peruzzi smetteva di giocare a calcio. Lui stesso, dopo averlo visto, segnalò Carrizo come uno dei suoi possibili successori, lo disse generosamente. Partì un’ipnosi collettiva, sembrava non potessimo giocare a calcio senza Carrizo. Decidemmo di rinunciare a Lloris, già preso per 2 milioni, in virtù di questo convincimento».
Pentito?
«Il pentirsi nel calcio è troppo facile. Carrizo non è vecchio, nella scorsa stagione ci fu una petizione popolare dei tifosi per trattenerlo al River Plate tanto aveva giocato bene. Un paio di errori fatali, nel momento decisivo del campionato, e la sua situazione si è ingarbugliata. Ma Carrizo è forte e sono convinto si ricostruirà nel tempo».
Meglio Lichtsteiner o Kolarov?
«Due operazioni speculari, hanno prodotto soddisfazione tecnica ed economica. Su Lichtsteiner ho dato solo il mio parere, ero già in uscita dalla Lazio».
Radu come l’ha scoperto?
«Giocando contro la Dinamo Bucarest nel preliminare di Champions, ci aveva impressionato. E soprattutto aveva impressionato Delio».
Perché su Lamela ha bleffato dicendo che non vi interessava?
«A un certo punto pensavo di non poterlo più prendere. Lamela era un affare molto delicato, come nel caso di Pastore c’erano molte società interessate e allora bisognava tenerlo coperto. E’ stato sfortunato, è arrivato qui in condizioni di grande precarietà fisica. Sono certo che il futuro sarà suo. La Lazio? Non credo fosse interessata all’argentino».
E’ davvero il nuovo Pastore?
«Sono due giocatori diversi. Abbiamo tutto il tempo per apprezzare Lamela, ha 19 anni e un contratto lungo 5 stagioni. Non abbiamo nessun tipo di urgenza».
E’ stato più difficile prendere Lamela o Behrami?
«Behrami era molto costoso. Lotito fece un sacrificio enorme, spese intorno ai 5 milioni. Una cifra compromettente per quella Lazio. Ricordo i suoi primi due mesi, non ingranava, anche Delio un giorno espresse qualche preoccupazione. Poi ha fatto bene. Acquistare Lamela è stato più difficile e costoso. Prendere uno dal River Plate non è come prenderlo dal Verona».
La Lazio è stata vicina a Pjanic prima che arrivasse la Roma?
«Non lo so. Io lo seguivo, non pensavo che il Lione lo cedesse. Quando si è appalesata questa possibilità, abbiamo deciso, facendo un sacrificio».
Nel suo passato un derby da giocatore con Liedholm. Entrò a dieci minuti dalla fine e sparò il pallone del possibile pareggio in Curva Nord. Ricorda?
«Sì e ancora oggi mi affligge, ricordo un numero inimmaginabile di Bruno Giordano sulla linea di fondo: bevuto Sandreani con un dribbling a rientrare sul destro e un siluro sparato sul primo palo. Uno spiraglio appena, il pallone finì all’incrocio dall’altra parte, Paolo Conti lo vide solo passare. Mi chiesi se era stata una magia e da dove fosse passata quella palla, non c’era spazio. Rimasi abbagliato da Giordano. Tanto abbagliato che quando entrai in campo, Liedholm mi mise dentro senza riscaldamento, mi ritrovai l’occasione giusta per pareggiare. Sul cross di Pellegrini, per la fretta di colpirla, non feci scendere la palla e la mandai di sinistro in Curva Nord. Guardavo il pallone finire la sua corsa dietro i raccattapalle e mi chiedevo “perché sono qui?“. Il mio calcio non si può raccontare, era frammentario...» Da ds della Lazio ne ha vinti due.

Osvaldo fa il figo con la divisa della Nazionale Italiana

CORSERA (P. DI CARO) - Lo stadio nuovo non ancora. Il gioco, a tratti: il tique taca barcelonista è ancora in costruzione. I risultati, altalenanti: stare sopra Inter e Milan, quest'anno, è un giochino, non un'impresa. Una — se tifosa romanista da decadi e generazioni — dice: ok, la curiosità c'è, l'allenatore con esse sibilata che fa tanto chic anche, la ricca cantera piena di ragazzini di belle speranze pure. Ma basterà per far durare l'entusiasmo in una stagione ansiogena, nemmeno nobilitata da qualche trasferta esotica (in Europa League ti toccano ridenti località ucraine a dicembre, assolate cittadine della Turchia interna a settembre) forse triste insomma, solitaria e speriamo non final?
È presto detto, e in cuor loro le amiche giallorosse se ne sono accorte da settimane: noi e solo noi — in Italia, ma forse anche in Europa e, perché no, nel mondo — possiamo fregiarci del titolo di tifose della squadra più ricca di belloni che sia dato ricordare.
Tra nuovi acquisti, conferme e mancate cessioni abbiamo una galleria di esemplari maschi in grado di soddisfare il palato di ogni categoria di appassionate (calciofile e no). Maarten Stekelenburg, portierone dalla mascella virile, perfetto per signore dai 30 in su e gradito alle più agées, specie dei quartieri alti. Simon Kjaer, montagna di muscoli e tatuaggi curiosamente associati a un faccino d'angelo di perfezione nordica, ottimo per appassionare il target 16-25 anni, solitamente esigente. Gabriel Heinze, riuscito mix di colori teutonici e grinta da ballerino di tango di Baires. Marco Cassetti, con quell'aria da simpatico mascalzone che ne ha viste tante e che tante (giallorosse) sarebbero disponibili a vederne ancora assieme a lui.
Passiamo al centrocampo? Ecco Daniele De Rossi, che avremo pure visto crescere, ma che è cresciuto bene, ideale per donne alla ricerca della complicazione da emozioni forti. Fernando Gago, grazioso e ben educato, per amanti del cinema con dopocena. E veniamo al ricchissimo attacco, che Luis Enrique ce lo protegga e Sabatini ce lo serbi. Francesco Totti, vabbè, che non si commenta ma si onora (o si sposa, ma solo se ci si chiama Ilary). Bojan Krkic: personalmente mi viene voglia di portargli maternamente il bicchiere di latte e rimboccargli le lenzuola prima della nanna, ma ci permetterà di annettere alle nostre legioni di tifose una miriade di under 15 della penisola, a partire da mia figlia seienne che già pretende la sua maglia. Erik Lamela, finto angelo, va bene per le sorelle maggiori. E chiudiamo con i fuochi d'artificio: Marco Borriello, tecnicamente parlando (e per testimonianza della sua ex Belen) è «il più bel calciatore del mondo». Senza difetti, alla soglia dei 30, è adatto ad un pubblico universale.
Infine, Daniel Pablo Osvaldo, la grande sorpresa: colpevolmente trascurato nella sua prima esperienza italiana e lasciato partire dalle colleghe spagnole, l'italo-argentino approdato grazie a tre sublimi smitragliate perfino in Nazionale, nelle sue ancora poche ma scenograficamente impeccabili apparizioni in campo ha già provocato parecchi scompensi cardiaci non solo durante l'esultanza per il gol, ma anche nelle inquadrature che lo mostravano impegnato nella sistemazione dello chignon.
Va bene, non è con queste doti che si riempie uno stadio. Ma, male che vada, ci pensino quelli del marketing: si può affittare una mega discoteca. Ci mettiamo i tacchi e ci veniamo tutte.

venerdì 7 ottobre 2011

Nazionali: Pjanic segna, Borini rosso, Osvaldo no

I Nazionali dell'AS Roma.

Serbia-Italia 1-1: De Rossi gioca bene, Osvaldo resta in panchina 90 minuti.
Bosnia-Lussemburgo 5-0: Pjanic segna un gol ed incanta i presenti
Liechtstein-Italia 2-7: Disastro Borini, espulso dopo 17 minuti di gioco. Florenzi segna, Antei gioca bene in difesa.

Roma: il professionista De Rossi

Roma: il professionista De Rossi
Si potrà parlare di progetto Roma con la partenza di uno dei suoi simboli?

Calciomercato Roma: Quagliarella sarà il grande colpo di gennaio

Reduce dall'infortunio ai legamenti del ginocchio - patito nella gara interna con il Parma il 6 gennaio 2011 - Fabio Quagliarella stenta a farsi notare da Antonio Conte.


 Ecco che a gennaio potrebbe lasciare la Juventus

Calciomercato Roma: sfuma Lopez, grande delusione a Trigoria

Betancourt, agente di Nico Lopez, ha dichiarato a Rete Sport"Lopez è qui in Uruguay e probabilmente firmerà per il Penarol".

Ilary Blasi: "Totti è una tigre a letto ed in campo"

«Quando Francesco (Totti ndr.) si fa male gli scatta una grande grinta, perchè ha ancora una grande voglia di fare e di dare». 


Lo afferma Ilary Blasi, moglie del capitano della Roma, Francesco Totti

Lazio: battere la Roma con il possesso palla

Nella seduta pomeridiana, la Lazio si è concentrata sul possesso palla. Nel riscaldamento, 3 squadre e possesso palla prima con i piedi e poi con le mani.

Roma, DiBenedetto: "Stadio come in Inghilterra"

(Ansa) - Rinnovare il contratto di De Rossi, ma non solo. Le priorità della nuova Roma made in Usa sono legate soprattutto alla gestione del business che ruota attorno al brand della società giallorossa.

Biava: "Roma ti batto al derby"

Prima di entrare nel centro sportivo di Formello Giuseppe Biava ha caricato l’ambiente in vista della stracittadina del 16 ottobre

Roma-Lazio: domani doppio derby

(di Valerio Valeri) Domani pomeriggio alle 14.30 sul campo “Testaccio” del “Fulvio Bernardini” a Trigoria andrà in scena il primo derby stagionale tra i Giovanissimi Fascia B Elite della Roma e i pari età della Lazio, in contemporanea con l'altra stracittadina che vede impegnati gli Allievi Fascia B Elite al campo “Gentili”.

Abel Balbo: "Ve lo dico io chi vincerà il derby"

È la settinama delle Nazionali (stasera scende in campo l’Italia) ma a Roma si parla solo di una partita: il derby di domenica 16. L’attesa è tanta, i tifosi della Roma sognano di continuare la tradizione positiva degli ultimi anni contro la Lazio di Reja. Per parlare di questa gara, acalcionews24.com è intervenuto in esclusiva un grande protagonista del passato nei derby, l’ex attaccante della Roma Abel Balbo“Il derby di Roma è secondo me il derby più bello di tutta Italia, si inizia a parlare di questa partita già da quando esce il calendario e quando ci si avvicina alla data, sale la tensione in tutti. È un derby dove può succedere di tutto, dove spesso chi parte senza i favori del pronostico riesce a vincere la partita, una partita che è esclusa dalla stagione normale, per tutto ciò che ne comporta. Una vera e propria guerra di nervi, vince chi riesce a gestire meglio la pressione perché i valori in classifica non contano più di tanto quanto c’è un Lazio-Roma. Chi vedo favorito stavolta? Secondo me quest’anno c’è grande equilibrio, la Roma è partita molto male ma poi si è ripresa alla grande, col passare delle giornate: Luis Enrique è uno che sa osare, mi piace il modo con cui tiene in campo la squadra. Reja invece dovrà convinvere con la pressione, ha sempre avuto difficoltà con la Roma: la sua Lazio se la può giocare, l’organico è molto buono e mi sembra che la squadra sia in forma. Quest’anno saranno sfide molto aperte”.

Stekelenburg: ruggito pre-derby


La società giallorossa, attraverso la pagina Facebook, mostra le foto di Stekelenburg impegnato negli allenamenti odierni...

FACEBOOK ROMA, STEKELENBURG A LAVORO NELL’ALLENAMENTO ODIERNO – Attraverso la sua pagina diFacebook, la Roma pubblica una foto del portierone olandese mentre effetua un’esercizio sulle prese alte agli ordini del preparatore Nanni. Marten si è ormai completamente ristabilito dal suo infortunio e dovrebbe essere lui il prescelto per difendere la porta giallorossa nel prossimo derby.
Ecco il post pubblicato dell’As Roma sulla sua pagina del popolare social network: “Stekelenburg lavora sodo con Lobont e Curci in vista del derby | Stekelenburg working hard with Lobont and Curci

Heinze: "Vi dico la mia verità sulla Lazio"



La Roma
 ha pubblicato sulla propria pagina ufficiale di Facebook, un’anticipazione dell’intervista rilasciata da Gabriel Heinze a Roma Channel, in onda questa sera sul canale tematico giallorosso  alle 19.30. Al difensore sono state poste alcune domande dei tifosi romanisti, raccolte proprio tramite il noto social network. Queste le dichiarazioni dell’argentino:
Gabi, vedendo gli allenamenti su Roma Channel mi chiedo come hai fatto a diventare in così poco tempo un punto di riferimento per i tuoi compagni.
“A dire il vero non mi considero un leader. Quello che vedono i tifosi non è altro che il mio modo di essere. Credo sia fondamentale, in un gruppo nuovo come il nostro, conoscersi bene e remare tutti nella stessa direzione: per vincere è necessario essere uniti. A me, in particolar modo, piace scherzare e parlare con i compagni. Non lo faccio sempre però… altrimenti il mister si arrabbia!”
È vero che hai rifiutato la Lazio per venire alla Roma?
“No, non ho rifiutato la Lazio. Personalmente non ho avuto nessun contatto con loro. Nel momento in cui ho capito quanto fosse concreta la possibilità di giocare nella Roma ho deciso di venire a tutti i costi. E con presupposti come questi le trattative sono state molto semplici”.

Calciomercato Roma: Nicolas Lopez la nuova stella di Trigoria


MANA' SPORT -  “Ho visto a Roma Nicolas Lopez con il padre” dichiara Josè Alberti, noto osservatore del mercato sudamericano, ai microfoni dell'emittente romana “Nicolas è un ragazzo giovanissimo, ha appena compiuto diciotto anni e ha delle qualità indiscusse – ha dichiarato Alberti – può giocare indifferentemente da seconda punta o da trequartista”.

 “E’ un giocatore che potrà inserirsi sicuramente con grande facilità nel campionato italiano – ha proseguito Alberti – anche se ai giovani sudamericani che arrivano in Italia bisogna dare qualche mese di tempo per ambientarsi”. 
Sul pericolo che possa scoppiare un incidente diplomatico con ilNacional Montevideo, società proprietaria del cartellino di Lopez, Alberti risponde: “Sono sicuro che Sabatini risolverà questa bega legale, pagando l’indennizzo di circa un milione di dollari al club uruguaiano, dimostrando agli organi competenti l’iscrizione del ragazzo ad una scuola italia, rispettando dunque i requisiti richiesti dal regolamento della FIFA”.

Belen Rodriguez: "Tifo Roma e Inter, ci sono molti argentini"

Belen Rodriguez, showgirl del momento e fidanzata di Fabrizio Corona, ha svelato il suo credo calcistico:

 "Tifo Roma e Inter perchè sono piene di argentini. Mi piace Osvaldo e Milito".

Totti ci sarà al Derby? Leggi e scoprilo :)

ROMA - Migliorano le condizioni fisiche di Francesco Totti. Il capitano della Roma, alle prese con una lesione alla coscia destra dalla gara di campionato con l'Atalanta, è stato questa mattina presso Villa Stuart per una serie di accertamenti clinici (ecografia e risonanza magnetica) che hanno evidenziato un miglioramento del 50% e una corretta riparazione del muscolo.

IL PROGRAMMA - Il capitano, che da lunedì ha svolto a Trigoria esclusivamente fisioterapia, domani farà il punto della situazione col responsabile dello staff medico giallorosso, Gemignani, mentre martedì si sottoporrà a un nuovo controllo sperando di poter ricevere il via libera e tornare così a disposizione di Luis Enrique per il derby con la Lazio in programma dopo la sosta del campionato. L'unica controindicazione potrebbe derivare dal fatto che una eventuale ricaduta (molto frequente quando le lesioni muscolari non sono completante riassorbite) costringerebbe Totti a un lungo stop. Per questo a Trigoria la situazione sarà presa con le molle, e prima di pensare al derby si penserà a tutelare la salute del numero 10.

giovedì 6 ottobre 2011

DiBenedetto esagera: "Il derby è una guerra civile"


GASPORT (A. CATAPANO) -Preparato, sicuro di sè, ma tradito da una gaffe clamorosa. «Il derby — gli chiedono —? Me ne hanno parlato, a Roma somiglia a una guerra civile». Panico a Stanford Bridge, doveThomas DiBenedetto ha appena tenuto banco al convegno «Leaders in football». I colleghi inglesi lo guardano perplessi, i cronisti italiani hanno già chiamato Roma. La correzione arriva a stretto giro di posta — anche per tranquillizzare il Questore Francesco Tagliente, con cui il presidente della Roma si è impegnato a preparare un «derby in sicurezza» — ma l'impatto forte resta. «Volevo dire che sarà una battaglia calcistica, una sfida speciale, la prima per me: intendiamo vincerla, obviously».
In campo Ovviamente il paragone-derby con la guerra civile si prende il titolo, ma il DiBenedetto-pensiero, al primo banco di prova internazionale e nel giorno in cui la Consob dà il sospirato ok all'Opa che scatterà il 13 ottobre, regala altre chicche. Ispirate dal solito filo conduttore: «Il nostro obiettivo è aumentare i ricavi del club, in cinque anni contiamo di raddoppiarli. Ma la condizione per raggiungere questo traguardo — dice a chiare lettere — è alzare la competitività della squadra. Innanzitutto, riportarla in Champions League»E le prime mosse sono andate proprio in questa direzione. «Abbiamo scelto gli uomini migliori: Baldini è un grande manager e Sabatini uno scopritore di talenti. La campagna acquisti è stata molto soddisfacente e Luis Enrique un ironman con un'idea di calcio eccitante. Dopo qualche iniziale difficoltà, in cui abbiamo difeso l'allenatore con tutte le forze, la Roma sta dimostrando che con la cultura del lavoro si può vincere. Sono stupito che la squadra stia già giocando così bene, ma del resto tutti i calciatori si applicano tantissimo, in particolare Totti dà l'esempio. Mi dicono che è sempre l'ultimo a lasciare Trigoria».
Altro che pigro... «Non è tempo di pensare ad una sua carriera da dirigente: per noi è fondamentale, darà ancora tanto sul campo».Stadio e dintorni E la Roma americana, dove l'avranno portata DiBenedetto e i suoi soci tra qualche anno? Probabilmente in una nuova casa. «Questo club ha enormi potenzialità, ma l'eredità che abbiamo ricevuto per ora non ci ha permesso di discostarci troppo dal bilancio. Lo stadio nuovo è la nostra priorità — ribadisce —. Se riuscissimo a inaugurarlo entro 3-5 anni sarei molto soddisfatto». La politica e la città si sono messe a disposizione del progetto-Roma: legge sugli stadi sbloccata e aree che spuntano come funghi. Tor di Valle, nel quadrante Sud, resta in pole — il proprietario, Gaetano Papalia, assicura: «C'è un accordo per venderla subito a Luca Parnasi, che può costruirci lo stadio della Roma, a patto che il trotto abbia il suo nuovo impianto al Pescaccio» — ma alle brutte anche il sindaco Alemanno metterà a disposizione un paio di aree pubbliche. Troppa grazia, Lotito si arrabbierà. 

Osvaldo prima di Serbia-Italia: le foto esclusive

Italy Training Session & Press Conference
Le foto della comitiva azzurra sul terreno di gioco di Belgrado. Osvaldo, raggiante per la prima convocazione con la maglia dell'Italia "A", se la ride insieme agli altri compagni di squadra.

Calciomercato Roma: opzionato un grande centravanti per gennaio

TMW - Roman Pavlyuchenko, calciatore russo del Tottenham più volte accostato alla società giallorossa negli scorsi anni, si allontana dalla Premier.


 L'attaccante, in scadenza di contratto nel 2013, ha infatti espresso la volontà di voler andare via al termine della stagione. 


La Roma potrebbe essere una delle destinazioni gradite

Roma-Perugia 2-5: partita amichevole


L'amichevole tra la Roma Primavera guidata da Alberto De Rossi e il Perugia, club militante in Lega Pro,si è conclusa 2-5 per gli ospiti.
Sul campo dell'Atletico 2000, i giallorossi privi di molte pedine (assenti Viviani, Caprari, Barba, Sabelli e Romagnoli) sono andati in gol con Scalvini e Politano su rigore.

Liechtenstein-Italia 2-7: Florenzi gol, Borini espulso

Prova convincente per gli azzurrini di Ciro Ferrara che hanno travolto il Liechtenstein per 7-2. In campo i romanisti Florenziche ha anche messo a segno un gran gol, Antei (ora in prestito al Grosseto) eCrescenzi (prestito al Bari). E' durata poco la partita di Fabio Borini, espulso per doppia ammonizione dopo appena sedici minuti di gioco, essendo entrato in campo senza il permesso dell'arbitro dopo le cure dello staff sanitario.